Coleen Rooney parla in esclusiva a Vogue della saga di Wagatha Christie
Di Giles Hattersley
I cancelli sembrano abbastanza normali, almeno per questo angolo del “triangolo d'oro” del Cheshire. Neri e impenetrabili, sono forse un po' più grandi degli altri – e, sì, ci sono le telecamere di sicurezza – ma, mentre esco dal mio minicab e premo il cicalino, non riesco ancora a credere che si apriranno davvero.
Poi – clicca – succede. Nessuna voce all'interfono, nessuna guardia che mi dà un'occhiata, solo il silenzio della pura privacy mentre rientro in macchina, e si fa strada lungo il tipo di viaggio che non pensavo che la gente facesse più. Ci vogliono letteralmente minuti per raggiungere la casa principale, oltre un ponte, attraverso un lago con canneti, il tutto delimitato da acri su acri di prati falciati alla perfezione dei cartoni animati. Alla fine, con gli occhi sgranati a questo punto, si arriva allo stesso High Lake Manor - recentemente costruito in stile edoardiano, per un costo di circa 20 milioni di sterline secondo i tabloid, e terminato solo l'anno scorso. Sembra il disegno di un bambino della casa perfetta di un milionario, penso, mentre scricchiolo sulla ghiaia, salgo alcuni gradini di pietra ultra puliti per scoprire che la porta d'ingresso si sta già aprendo.
Ed eccola qui: Coleen. Una donna che, per la doppia coincidenza di innamorarsi di un ragazzo di scuola più di 20 anni fa e, più recentemente, di trovarsi da una parte nella più importante battaglia sui social media a cui il paese abbia mai assistito, è diventata, per un momento, una delle persone più famose, più misteriose, più ardentemente discusse e forse più generalmente benvolute in Gran Bretagna. La donna che, ovviamente, divenne sinonimo di Wagatha Christie.
"Ciao", dice, e gli offre la mano. È scalza e indossa un prendisole bianco con qualche intarsio di pizzo che ha comprato ad Amsterdam mentre era in viaggio per vedere suo figlio Kai giocare a calcio. È abbronzata, ha la coda di cavallo e sorride, ma rimangono note di moderazione e buon senso. Offre una tazza di tè e sembra grata e sollevata quando dico che mi toglierò sicuramente le scarpe perché quel suo nuovo tappeto sembra wow. Suo marito, Wayne – leggendario attaccante (leggendario comincia a coprirlo?), ora capo allenatore del DC United a Washington, DC – è negli Stati Uniti e i quattro ragazzi sono a scuola, quindi a parte l'affascinante mega-agente dei Rooney Paul Stretford è passato a salutarlo, il maniero è serenamente vuoto. Anche la troupe Disney+ che l'ha seguita negli ultimi mesi è assente. "Ha suscitato molte emozioni", dice parlando delle riprese del nuovo documentario, ancora senza titolo. "Mi sentivo come se tutti gli altri ne avessero parlato tranne me", dice. "Ed è la mia storia da raccontare."
“Quello che ho detto in quel post lo conservo ancora oggi”
Onestamente, ci vuole tutta la mia forza di volontà per non scrivere più di mille parole qui sull'arredamento (abbi pazienza, più tardi le farò fare un piccolo giro), ma per ora dico solo che è lei a guidarci al salotto formale in cui dice di non entrare mai, con il suo gruppo di quattro - quattro! – lampadari di cristallo, ciascuno alto quanto un portiere, sospesi sopra una profusione di morbidi arredi grigi e bianchi così lussuosi e scintillanti da sembrare quasi perlescenti. Con nient'altro che il ronzio distante del lavoro dei suoi giardinieri a disturbarci, mette tra noi dei macaron color pastello e quello che giuro è un piatto di mini Swiss Rolls di M&S, poi dice sei parole magiche nel suo più delizioso accento Scouse: "Vai avanti allora, chiedimi qualsiasi cosa."
Di Radhika Seth
Di Ellie Pithers
Di Eva Wiseman
Pull di lana shetland e gonna decorata, Prada. Scarpe di pelle, Christian Louboutin. Orecchino in platino, perle e diamanti, Boodles.
Lettore, da dove cominciamo? Con il tweet, ovviamente! Era il 9 ottobre 2019 – un giorno di notizie tranquillo se la memoria non serve – quando dal nulla la signora Rooney, la cui presenza sui social media fino a quel momento si era limitata agli scatti delle vacanze di famiglia e ai selfie occasionali, decise di far esplodere Internet dalla comodità della sua casa. casa. "Ho la sensazione che molte persone ancora non capiscano cosa sia successo, dall'inizio alla fine", dice ora, degli anni che l'hanno preceduto (il suo tumulto per le storie trapelate) e poi succeduti (il caso in tribunale) la fatidica mattina in cui ha deciso nominare pubblicamente Rebekah Vardy, moglie del calciatore Jamie, come una persona che aveva fatto trapelare storie su di lei alla stampa. Ora, però, dice in tono pratico: “Quello che ho detto in quel post, lo mantengo ancora oggi”.